“Ed Ella concepì per opera dello Spirito Santo. ”
Ho creato l’opera “La Maternità di Maria Vergine” dopo aver sentito questa parte del Credo migliaia e migliaia di volte durante la Messa. Ricordo che qualche tempo fa, durante una Messa in particolare, ho avuto proprio questa visione artistica. Questa è una delle opere più intime che ho plasmato perché racchiude in sé tutto ciò che ho vissuto come esperienza di Fede nella Fede Cattolica e all’interno della maternità è innanzitutto racchiuso il mio motivo di vita che è la Fede in Cristo.
Cristo è all’interno di questa maternità impersonificata da Giovanna, un’amica (nella Fede) della nostra famiglia. Nel punto centrale del grembo, il punto focale dell’opera, un mondo che ho rappresentato in oro blu: la placenta con all’interno il feto di Cristo in oro giallo. Tutt’attorno vi è il corpo della Vergine, plasmato in oro giallo, con tre appoggi (e non quattro come di solito faccio) a simboleggiare la Trinità che si è “compiaciuta” nella Vergine, poiché l’unione tra la Vergine e lo Spirito Santo ha generato il Cristo.
Maria è ritratta in una posizione di accoglienza e visione sul mondo; a differenza di altre maternità in cui le mani della mamma toccano la pancia, in questo caso, le braccia formano quasi un un’ellisse, lasciando il grembo completamente libero: “una finestra sul mondo”.
Cristo è venuto a salvare il mondo dal grembo materno e, questa cosa si evince anche quando Maria incontra Elisabetta e il bambino di Elisabetta sussulta perché di fatto riconosce che in Maria c’è il Cristo. Nel braccio destro c’è uno squarcio: Maria è lo strumento attraverso il quale far vedere al mondo il Cristo. Attraverso Maria il Cristo si palesa; è proprio su sollecitazione da parte di Maria che Gesù si manifesta al popolo compiendo il suo primo miracolo (la conversione dell’acqua in vino alle nozze di Cana).
All’interno dell’opera, che poggia su un basamento in legno di Ulivo secolare (della terra di Assisi), ho lasciato un dislivello, come fosse un promontorio, dal quale prende forma la placenta in oro blu che contiene il Cristo; ho voluto così rappresentare il Golgota che è sia il punto di fine della vita terrena del Cristo (dove muore in croce) ma, allo stesso tempo, è anche il punto in cui si realizza la profezia della distruzione del tempio che sarebbe stato ricostruito in tre giorni. Da qui la Resurrezione.
C’è poi un ostensorio a simboleggiare il fatto che la Vergine, essendo colei che ha portato dentro di sé il corpo di Cristo, è di fatto il primo tabernacolo della storia, in cui si può vedere il Corpo di Cristo. Ricca di simbologia è anche la parte che raffigura la schiena di Maria, delineata da un filo d’oro lungo 3 metri, (il 3 è un numero simbolico per la tradizione ebraica, oltre alla Trinità, le tre Virtù teologali etc.). Il filo ha 12 saldature che rimandano alle 12 tribù di Israele e, allo stesso tempo, ai 12 apostoli di Gesù. La venuta di Cristo e il “sì” della Madonna allo Spirito Santo sanciscono un momento epocale nella storia dell’uomo perché è il momento in cui si passa dall’Antico al Nuovo Testamento, dalle 12 tribù ai 12 apostoli, segnando di fatto l’inizio del Nuovo Testamento. Tutto ciò è rappresentato da questo filo di 3 metri con 12 saldature: il passaggio, attraverso la Madonna, dal Vecchio al Nuovo Testamento.